Nuovo affondo di Pier Luigi Bersani su Giorgia Meloni: il confronto con Silvio Berlusconi e i problemi della politica italiana.
Dopo aver fatto “ironia” sulla Premier Giorgia Meloni e su come la Presidente del Consiglio sia vista all’estero, Pier Luigi Bersani è tornato a discutere del mondo politico e lo ha fatto nel corso di una diretta de ilFattoQuotidiano.it per la presentazione del nuovo libro di Antonio Padellaro, intitolato Antifascisti immaginari, edito da PaperFirst.
Bersani e il confronto Meloni-Berlusconi
Nel corso della diretta de ilFattoQuotidiano.it per la presentazione del nuovo libro di Antonio Padellaro, intitolato Antifascisti immaginari, Bersani è intervenuto per parlare anche di come Giorgia Meloni stia portando avanti alcuni temi cruciali per il Paese. In questa ottica, secondo l’ex leader del centrosinistra, l’attuale premier sarebbe peggio di Silvio Berlusconi.
“Giorgia Meloni è peggio di Silvio Berlusconi“, le sue parole. “E sapete perché? Lui (Berlusconi ndr), rispetto alla Costituzione, ha fatto forzature sulla magistratura, sul conflitto di interessi […]. Con la Meloni abbiamo davanti qualche rischio diverso, e io direi anche in più. Strutturalmente qui si pensa in una modifica, per esempio, nella divisione dei poteri”.
“Perché questi hanno voglia di rivincita da fare… è illusorio. Non possiamo pretendere che si inchinino per il 25 aprile. Inutile chiederglielo, non lo faranno mai, sarebbe un tradimento delle loro origini. Questo non vuole dire che non possiamo dirglielo […]”.
La metafora che stronca il governo
Bersani ha fatto poi riferimento alla necessità di una “riscossa” che parta dall’opposizione. Successivamente l’ex leader del centrosinistra si è lanciato in una serie di metafore legate alle mosse del governo. Per esempio, sulla distruzione del sistema sanitario da parte del centrodestra Bersani ha tuonato: “Il dentifricio una volta che lo fai uscire dal tubo non riesci più a rimetterlo dentro” con chiaro riferimento alla difficoltà di ricostruire ciò che viene smantellato, una volta compromesso l’equilibrio tra pubblico e privato.
